Ieri le chiamavamo soft skills, oggi è diventato urgente accreditarle in sanità

Quanto è diventato importante oggi potenziare le “soft skills” in ambito sanitario?

Si dedica molta attenzione (talvolta in modo esclusivo) alle hard skills, in molti casi imprescindibili per poter lavorare. Certamente un medico chirurgo non patrebbe esercitare la professione di anestesista senza una specializzazione. Allo stesso modo, pensiamo a quanto sia importante per un medico saper Ascoltare Attivamente un paziente ed i suoi famigliari per concludere una diagnosi corretta, o per capire da quale abitudine  derivi il comportamento sbagliato che ha determinato la malattia.

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Molte persone  pensano di distinguere l’empatia, l’ascolto, le emozioni. In realtà, la maggior parte di noi, ne conosce solo l’esistenza, e questo, non significa sentire o aver provato davvero quelle emozioni su se stessi o per gli altri. Tutti conosciamo lo sport del calcio, ma non possiamo sapere cosa ha provato quel portiere nell’ aver parato quel pallone impossibile!


Partiamo dal significato:

L’aggettivo Hard indica qualcosa di «duro» - «rigido». Tali competenze si riferiscono ad un insieme di capacità tecniche. Soft significa «soffice»- «morbido» e si riferisce a «qualcosa dai toni sfumati, tenui e delicati», «gradevole», «rilassante o non impegnativo».

Spesso soft è contrapposto all’hard. L’ idea che nasce è, infatti, che le competenze dure siano indispensabili per svolgere una determinata professione e si riferiscono a competenze acquisite tramite un percorso professionale o di studio, mentre le soft, siano lasciate alla discrezione del candidato. Capacità quali empatia, problem solving, flessibilità, fare squadra, gestione dei conflitti, comunicazione, resistenza allo stress, resilienza, fiducia in se stessi, sono dette anche caratteristiche trasversali, e, sono relative a tratti specifici della personalità … ed è a questo punto che vorrei aprire una riflessione: siamo sicuri che le compenze soft appartengano solamente a poche persone spesso definite «sensibili»?

Molte di queste caratteristiche, come la comunicazione efficace, l’empatia, le abilità sociali,  appartengono, o sono complemetari, alle qualità individuate da Daniel Goleman e  da altri ricercatori prima di lui, nell’ Intellligenza Emotiva. Tali competenze  possono essere studiate ed allenate esattamente come la capacità verbale ed il ragionamento logico, tipiche dell’ intelligenza razionale. In verità l’Intelligenza Emotiva è innata nell’uomo e può essere sviluppata quanto il Quoziente Intellettivo. Personalmente penso che privarsi di questi strumenti, sia nella vita privata che nella vita professionale, può essere paragonabile ad  avere un arto invisibile e, per questo motivo, non poterne usufruire, oppure, possedere la vista e l’udito e non utilizzarli.

Le soft skills possono essere aquisite da tutti esattamente come le hard skills, attraverso strumenti diversi, oltre a quelli classici della formazione. Il coaching, attraverso l'allenameto delle potenzialità, è un ottimo metodo a tal fine. Si parte sempre dalla consapevolezza e dalla conoscenza di sè, in relazione alla capacià da potenziare. Come potremmo imparare a comunicare in modo efficace senza prima sapere in cosa consiste davvero e, senza aver raggiunto un’autoconsapevolezza in merito al nostro attuale modo di comunicare ?

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Quanto le soft skills potenziano le hard skills?

Il Sistema Sanitario si trova a dover affrontare scenari sempre più complessi, la Pandemia in primis ci ha insegnato, ad esempio, quanto la relienza sia una caratteristica fondamentale in diversi contesti. Vogliamo aspettare ancora? Vogliamo davvero prendere ancora tempo ed aspettare ad allenarla?   Anche altre variabili come le esigenze degli utenti, la carenza di personale, una rete territoriale ancora debole, l’avanzamento della tecnologia, l’adeguamento alle normative, e molti aspetti ancora, necessitano di competenze trasversali per poter essere gestite al meglio. Tali caratteristiche sono ancora  sottovalutate dalle aziende sanitarie e dai professionisti stessi.

Saper comunicare in modo efficace significa creare relazioni sane. Le relazioni sane portano alla collaborazione ed evitano la competizione inutile. Migliora così il clima organizzativo all’interno dei gruppi di lavoro ed il benessere organizzativo.

L’ ascolto attivo aiuta la comprensione del prossimo, si impara così a capire ciò     che l'interlocutore ci vuole dire, anche attraverso la comunicazione non verbale, prima di aver tratto la  conclusione.  

L' autoascolto serve per sentire se stessi,  accogliere  le proprie emozioni e riconoscerle negli altri.

Essere empatici significa capire le  emozioni del prossimo. L’empatia aiuta ad evitare il giudizio e le apparenze, significa inclusione invece di esclusione.

Essere resilienti significa dominare lo stress ed evitare di esserne sopraffatti... significa essere lucidi anche nelle situazioni difficili e saper trovare la migliore soluzione al problema nel minor tempo possibile.

Per concludere, in termini pratici tutto ciò rappresenta inoltre: meno giorni di malattia, migliore qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie, riduzione del rischio clinico, potenziamento della rete ospedaliera e territoriale. 

 

Micaela Iaia

Personal & Corporate coach

founder di Sanitariamente Coaching Sanitario


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