L’Organizzazione e il team sono fenomeni culturali

Cos’e questo fenomeno chiamato cultura?

Il termine deriva da una traslazione metaforica del concetto di coltivazione : il processo di cura e di sviluppo del terreno.

Quando si parla di cultura ci si riferisce usualmente al modello di sviluppo rispecchiato nel sistema di conoscenze di una società, nella sua ideologia, nei suoi valori, nel suo diritto, nei suoi riti quotidiani. Il termine viene anche impiegato per dare l’idea del grado di raffinatezza raggiunto da questi sistemi di credenze e dalle relative pratiche , come nella nozione d’essere acculturato. Oggi , il concetto di cultura viene generalmente usato per indicare il fatto che gruppi diversi di persone hanno stili di vita diversi.

Nell’analisi organizzativa la metafora agricola risulta particolarmente rilevante allo scopo di guidare l’attenzione verso aspetti importanti dello sviluppo sociale di un sistema.

Un esperto australiano del Giappone , Murray Sayle, ha elaborato una teoria interessante, basata su fattori storici, secondo la quale ci sarebbe un’affinità tra la solidarietà tipica delle organizzazioni giapponesi e i valori culturali rintracciabili nelle piantagioni di riso e lo spirito di servizio del samurai.

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Se prendiamo in considerazione il concetto giapponese di lavoro e si considerano le relazioni che intercorrono tra i dipendenti giapponesi e le loro organizzazioni, troviamo che l’organizzazione è concepita come una collettività cui il singolo addetto appartiene, piuttosto che come luogo di lavoro nel quale si trovano diversi individui. Lo spirito collaborativo proprio di un villaggio o di una comunità spesso pervade tutta l’esperienza lavorativa e particolare rilevanza hanno valori quali quello della interdipendenza, della condivisione delle preoccupazioni e dell’aiuto reciproco.

 Questi valori richiamano l’empatia e in generale l’intelligenza emotiva, capacità sicuramente da allenare nelle organizzazioni occidentali. Ho conosciuto molte persone mettere anima e corpo nel lavoro, esattamente come nel modello giapponese, persone che spesso hanno tirato da sole, o in compagnia di pochi, quel carro così pesante. Più che mai, in questo periodo di pandemia vige la dicotomia tra “metto tutto me stesso” e “non è per nulla cosa mia”.

Nella mia esperienza professionale, ho avuto l’occasione di lavorare presso diverse Strutture, anche facenti parte della stessa Azienda Sanitaria, e di conoscere quindi culture molto diverse. Nella frequentazione di alcuni gruppi di lavoro, ho trovato caratteristiche che non ho mai rilevato tra gli operatori di altri gruppi, sia con connotazione positiva che negativa.

Tali differenze risiedono appunto nelle diverse culture anche al di fuori dell’ambiente di lavoro, quelle relative al territorio, e, alla diversa formazione accademica.

In aggiunta a questa naturale caratteristica culturale, cui dobbiamo sommare la cultura Nazionale, è necessario aggiungere la cultura tipica di quella Azienda, la quale avrà un’accettazione ed un’interpretazione diversa nelle varie sedi, appunto di cultura diversa come descritto in precedenza.

Cosa cambierebbe nei comportamenti dei professionisti e degli operatori in genere aggiungendo questo tipo di consapevolezza al loro modus operandi?

Forse si potrebbe lavorare su quella frasetta tanto famosa che blocca il flusso verso il cambiamento… “ si è sempre fatto così”.

Potrebbe essere un primo passo verso… “si è vero, qui si è sempre fatto così…e altrove?”

Si può prendere il meglio dalle varie culture?

Potrebbe essere un primo passo verso un cambiamento culturale a livello aziendale?

 Vuoi lavorare su questo argomento? Contattami per un percorso personalizzato per te o per i tuoi operatori.

Micaela Iaia

Riferimenti bibliografici : Images di Gareth Morgan.




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Micaela Iaia
Health Management & Life Coach

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