Non c'è più tempo per il "si è sempre fatto così".
Mi viene in mente, uno spot promozionale per il Cinema che, di tanto in tanto, si vede su Rai Movie. Un’attrice famosa dice “è uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo”. Naturalmente la battura è ironica, anche se, durante il periodo pandemico più critico, deve essere stata dura per il settore dello spettacolo mantenere l’energia ed un atteggiamento positivo per non mollare.
In quelle parole, colgo tanta passione per quella professione.
Solitamente, ricordiamo le immagini e le frasi che in qualche modo ci colpiscono attraverso le emozioni, e, nell’ascoltare quella frase, in me è accaduto esattamente questo.
Oggi mi sento un po’ come quell’attrice ed ora vi racconto il perché.
Durante i congressi, nelle tavole rotonde, nelle interviste tra esperti del settore sanitario, si parla da tempo della necessità di un cambiamento culturale in sanità. Indubbiamente, molte persone sono impegnate da anni nel raggiungere questo obiettivo e fanno già parte di un'evoluzione. Ma torniamo a noi, nella pratica, in cosa consiste il cambiamento culturale? La parola cambiamento, rappresenta una trasformazione, non è necessario demolire tutto per ricostruire. Probabilmente non basterà lavorare su un singolo aspetto o una singola criticità per arrivare ad una vera e propria evoluzione culturale, saranno tante piccole o grandi trasformazioni a determinare la ricrescita. Proviamo a fare un esempio.
Molte volte è stato detto che l’infermiere è un professionista che opera in autonomia, come scritto del resto nel profilo professionale dell’infermiere (D.M. 739/94). Nella realtà, quanti infermieri ad oggi si sentono ed hanno l’opportunità di comportarsi come professionisti completi? Quanti si occupano di diagnosi infermieristica, stabiliscono gli obiettivi assistenziali e pianificano gli interventi dal momento della presa in carico del paziente al momento della dimissione protetta? Quanti decidono in autonomia quali competenze migliorare e quale settore scegliere per la loro specializzazione? (...)? Qualcuno forse…probabilmente non tutti.
L’infermiere è pronto per essere un Professionista. Egli è consapevole ed è motivato nel lasciare un "comodo" lavoro per compiti per un lavoro per processi, per obiettivi. Per il Professionista la formazione continua rappresenta un valore aggiunto (un piacere e non un obbligo!), la crescita professionale e personale è parte complementare alla professione e la collaborazione diventa più importante della competizione.
E ancora … le professioni sanitarie con funzioni di coordinamento, non dovrebbero forse occuparsi dell’organizzazione dell’assistenza e del benessere del team multidisciplinare e lasciare la burocrazia ad altre figure?
Lavorare su questi aspetti significherebbe aggiungere un "pezzetto" a quel puzzle che rappresenta, una volta composta la figura, il cambiamento culturale .
Non c’è più tempo per il si è sempre fatto così.
Diamo la possibilità ai Professionisti sanitari di arricchire le loro competenze trasversali.
Proprio quelle competenze, faranno la differenza nell'intero Sistema Sanitario in termini di sicurezza, comunicazione efficace (sappiamo tutti come un messaggio omesso oppure errato abbia il potere di generare una sequenza di errori o malintesi! ), risparmio di risorse, ottimizzazione di tempo prezioso, Benessere Organizzativo e diversi aspetti ancora.
I professionisti sanitari sono davvero persone speciali, svolgono un lavoro complesso fatto di molteplici dinamiche da gestire. Situazioni apparentemente di carattere tecnico correlate ad una cascata di emozioni (come dare il meglio durante un’emergenza), momenti di incomprensioni e relazioni conflittuali, svariati contesti difficili da sostenere psicologicamente (e fisicamente) in assenza di strumenti ed aiuti esterni.
E’ arrivato il momento di dare ai professionisti sanitari la possibilità di acquisire quelle competenze fondamentali per attivare il cambiamento e dare loro il supporto di cui necessitano e che meritano.
È sia diritto che responsabilità.
Insomma a parole è tutto semplice ma come avviene lo switch? Quando si concretizza un vero cambiamento? L’evoluzione arriva nel momento in cui si muove qualcosa all’interno delle persone, in questo caso, del professionista sanitario, del team come singola entità e del i responsabile sanitario che ha il potere di "dare il via" attraverso una visione nuova.
E qui mi ricollego alla frase di quell’attrice…non è un lavoro facile il mio, anche se, sono certa che qualcuno debba assolutamente farlo!
Non è semplice far capire alle persone, quale sia la differenza concreta che può portare la conoscenza e la pratica delle soft skills nelle dinamiche quotidiane in corsia, nei servizi sanitari ed in generale nella qualità di vita dei professionisti .
Ora chiediti: come sarebbe la tua vita se lavorassi in modo soddisfacente? Se i tuoi colleghi ti apprezzassero sempre? Se lasciassi andare tutte quelle voci negative per concentrarti su ciò che è davvero importante adesso? Se il tuo tempo libero diventasse davvero il tuo tempo libero? Come ti sentiresti se potessi essere parte, anche posando un solo mattoncino, della costruzione di quel cambiamento?
E qui mi fermo… che valore dai a tutto questo?
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Grazie infinite per il tempo dedicato alla lettura.
D.ssa Micaela Iaia
Personal & Corporate Coach
founder di Sanitariamente Coaching Sanitario
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